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CAPITOLO 4 – LA PROMESSA DI PERSONA

Un gruppetto di quattro persone si fa strada sgomitando per i marciapiedi affollati di Berlinopoli. Possiamo vedere un uomo alto, dai capelli castano chiaro e dai potenti muscoli, farsi strada con aria di superiorità, nella sua tuta sportiva, tra la gente indaffarata. Accanto a lui, in preda a un attacco di parlantina facile, vediamo un ragazzo sui 16 anni, alto e magro, dai capelli lunghi fino alle spalle e scurissimi nonostante il sole (di nome Green Blade, giusto per essere chiari) che saltella e, data la sua usuale noncuranza, sbatacchia praticamente contro chiunque nella speranza di riuscire a scambiare qualche parola con il nuovo personaggio della nostra storia. Dietro di loro, alla distanza di due passi circa, troviamo un ragazzo castano dall’aria superba, impettito come un padre orgoglioso che sta accompagnando la figlia all’altare. Si gira tra le dita una pokèball e ogni tanto lo si sente borbottare: “Bah, guarda te che gente… Incredibile… Mo lo sfascio… Jirachi e poi…”. Non è difficile intuire il suo nome: porta una maglietta grigia con stampigliato sopra un Absol Choice Bander e con tanto di scritta “OverLoad – Wanna Fight?” sulla schiena. A chiudere questo ridicolo corteo, indovinate chi? Il sottoscritto.
Non mi lamento comunque: non credo sarà questo piccolo inconveniente a rovinare il rapporto sostanzialmente buono che si stava instaurando tra me e Persona (o almeno, così mi pareva). Inoltre, Absol avrà la possibilità di vedere che non è il fottuto campione del pokèmondo anche se suo padre lavora alla Silph e gli compra i bei pokèmon (scusate lo sfogo, ma ogni tanto ci vuole…).
E poi, che diamine, una sorta di giro turistico me lo sto già facendo no?
La città è piena, brulica di vita. Se quando ho lasciato Milanopoli le persone in strada si potevano contare sulla punta delle dita, qui, sarà per l’orario, sarà perché è una delle città più popolate del continente, ma penso che perfino la Dea Kalì farebbe una gran fatica a tenere il conto. È una città turistica, certo, ma non affascinano solamente edifici, monumenti e attrazioni (pur presenti in gran quantità, a quanto vedo…): la gente sembra allegra e spensierata anche nel pieno del mese più freddo dell’anno. Sarà la birra del posto, chissà.
-Ecco, siamo arrivati.
Persona ci ha condotto di fronte a un enorme edificio, sicuramente la palestra di cui parlava. Non posso fare a meno di esclamare: -Cazzo, che figata!
Si tratta di un palazzo di vetro, sorretto da una struttura metallica che salendo verso il cielo si intreccia a formare una solida rete d’acciaio. La forma dell’edificio diventa piramidale in cima, facendolo somigliare vagamente a un Regice parzialmente sotterrato. Contribuisce a dare questo aspetto il logo con tre pokèball (che ricordano terribilmente gli occhi del colosso di ghiaccio) posto sull’entrata. Il sole si riflette sugli occhiali di Persona, a cui sfugge un sorrisetto.
-Allora, si entra?
Absol continua a rigirarsi la pokèball tra le dita con noncuranza, potrei giurare che non ha degnato di uno sguardo la palestra. Risponde:
-Stavamo aspettando te.
Entriamo. Dentro è, se possibile, più bello che fuori. Non starò a tediarvi con una descrizione dettagliata, ma vi dirò soltanto che la reception è lussuosa come gli hotel cinque stelle degli sceicchi che si vedono in televisione, e che lo stadio è così grande e moderno che farebbe venir voglia a chiunque di farci almeno una lotta.
I due sfidanti si pongono agli estremi opposti della palestra, mentre io e Green Blade ci sediamo sui gradoni che circondano lo stadio. Gli chiedo:
-secondo te chi vince?
-secondo me Persona lo asfalta.
Me lo dice non senza un certo tono gongolante che non mi piace molto. Gli rispondo:
-beh, fa parte del nostro team, dovremmo almeno tifare per lui, no?
-oh, certo. Certo, è chiaro. Comunque le prende.
Comincia la lotta: il team di Absol, che conosco perché gliel’ho visto buildare io stesso qualche giorno fa al campetto di Milanopoli, è un parateam molto offensivo: Jirachi, Gyarados, Forretress, Tyranitar paralyzers, e Heracross e Marowak sweepers. Persona starta invece con Salamene, pokèmon a dir poco fastidioso per Absol: diciamo che le cose non cominciano benissimo. Tuttavia già dai primi turni vedo che il giovane OverLoad riesce ad arginarlo benissimo con Gyarados. Nel frattempo, vediamo anche gli altri membri del team di Persona: Blissey Cminder, Camerupt, Jirachi, Venusaur Sdancer, Calmcune. Un team che unisce a buone capacità difensive ottime doti offensive, e che sembra creato per rompere gli heavy offense.
I problemi per il nostro compagno cominciano, come potete immaginare, quando entra Suicune. Finora Absol si è comportato molto bene, riuscendo a sopportare tutti gli attacchi di Persona e paralizzandogli addirittura Jirachi. Ma quando Suicune inizia a calmindare da dietro il sostituto, l’OvL è costretto a mandare Heracross in sacrificio.
Colpo di scena: Persona fa un gravissimo errore non uccidendo Heracross e cmindando un turno in più. Situazione per il momento salva, con Suicune a metà vita. Ora Absol comincia a giocare davvero bene, fa riprendere la vita a tutti i suoi pokèmon col Wish di Jirachi e minaccia l’avversario con Marowak. È suo il primo kill: Camerupt ci lascia in sordina, così come ha combattuto. Forretress fallisce 2 zap cannon su Salamence, che rimane quindi un grosso problema.
Ma ecco il secondo colpo di scena: il Jirachi di Persona fallisce un importante Thunder sul Gyarados di Absol. La vittoria è ancora in mano a Persona: il suo Suicune può cmindare abbastanza tranquillamente praticamente su tutto il team avversario, avendo però come limite il 50% di vita. Eppure arriva il colpo di scena finale: convinto di essere più veloce del Jirachi di Absol, e convinto che abbia come unici attacchi fisici Body Slam e Doom Destre, Persona ordina al suo Suicune di usare sostituto. Bam, Thunder di Jirachi, Suicune muore di sand.
E così, alla lunga, l’OverLoad riesce a paralizzare tutti i pokèmon dell’avversario, Gyarados fa piazza pulita di Blissey e Venusaur e torna nella sfera esausto solo dopo aver praticamente sfondato il team di Persona, che si arrende con Salamence paralizzato di fronte alla slide di Heracross.
-GRANDE ABSOL!
-BELLA VITTORIA, COMPAGNO!
Ma Absol è sfinito, ha usato chiaramente tutte le sue energie per affrontare un avversario ben più scafato di lui, e non sembra in vena di grandi festeggiamenti. È chiaramente soddisfatto del risultato, ma forse la immaginava più facile… chissà? Fatto sta che, ansimando, si avvicina al centro dello stadio.
Persona, dal canto suo, è abbastanza sereno. Sicuramente gli brucia la sconfitta contro un ragazzino, ma non avrà problemi ad ammettere che Absol è comunque un ottimo battler (e, in ogni caso, se qualcuno glielo chiedesse al bar, direbbe che: “Ha sculato come un porco, non potevo fare niente!”).
Cammina verso il ragazzino, gli stringe la mano, gli mormora due parole e gli dà una pacca sulla spalla. Dopodiché, si gira verso di noi e ci fa un cenno di saluto. Non credo ci seguirà fuori. Avrà molto da allenarsi oggi. L’OverLoad torna verso di noi, e mentre attraversiamo la hall ha un’aria strana.
-complimenti Absol! Grande partita, hai battuto un vero campione!
-ti aspettavi diversamente?
Però… sembra turbato, non lo dice con la sua solita aria sbruffona. Mi si illumina una lampadina:
-che cosa ti ha detto, quando vi siete stretti la mano?
-mah, niente di importante…
-Absol.
Si gira verso di me:
-ha detto che possiamo stare tranquilli, perché noi alla Lega quest’anno non ci arriviamo.
Mi lascia così, impietrito, nella lussuosa hall della palestra, e si dirige strisciando i piedi verso l’uscita.

CAPITOLO 5 – NUOVI AMICI E NUOVI NEMICI

Sono le 18:06 del pomeriggio, e la palestra Regice di Berlinopoli è immersa nella prematura oscurità che caratterizza le giornate invernali. L’uomo che conosciamo con il nome di Persona è ancora al suo interno, per essere precisi nello spogliatoio, intento a cambiarsi in borghese per andare a casa. Diciamo che la palestra è di sua proprietà, e quindi si sente abbastanza tranquillo. Nessuno può disturbarlo in questo momento, e quei ragazzetti scocciatori se ne sono andati da ore.
Ha appena messo la tuta sportiva nel suo armadietto personale e si accinge a richiuderlo a chiave. Intanto, ripensa alla faccia di Absol quando gli ha detto che non arriveranno alla Lega Pokèmon e gli scappa una risatina.
-che c’è da ridere?
Persona spicca un balzo che lo stacca di 20 centimetri da terra. Le chiavi gli sfuggono dalle mani e cadono con un tintinnio sinistro sul lucido pavimento dello spogliatoio. Ora che lo nota, c’è un’ombra più scura delle altre nell’angolo tra il muro e la serie di armadietti. Non ha bisogno di avvicinarsi ulteriormente, comunque. Riconoscerebbe quella voce tra mille.
-buonasera, Sharingan.
-ti ho chiesto cosa c’è da ridere.
Sembra che nel locale cominci a fare più freddo. Un brivido corre su per la schiena di Persona, che si china a raccogliere le chiavi.
-niente, pensavo ai fatti miei…
-ah… riguardano, non so, così per caso, il fatto che quei ragazzini non arriveranno alla Lega?
-beh…
-so tutto, Persona. Tu sai che io ho orecchie ovunque. Un mio fedele alleato stava guardando la lotta, e ha sentito ciò che hai detto ad Absol. Non era nei piani questo, Persona.
-io… mi spiace, mi sono lasciato prendere dalla foga del momento.
-il tuo compito era testare il ragazzo. E basta. Immaginavo già di avere a che fare con pivelli talentuosi, ma non pensavo fino a questo punto… Tuttavia, non è stata una bella mossa, quella di mettergli la mosca nell’orecchio.
-massì, avrà pensato che scherzavo…
Ma non ci crede neanche lui, e si vede. O comunque, Sharingan lo vede. Vede molte cose.
-comunque, hai commesso un errore. E nella nostra organizzazione, gli errori si pagano.
-ma dai, è stato…
-questa palestra non è più tua. È stata appena venduta dalla società a LightBall, un alleato molto più fedele di te. La userà per testare i nuovi pokèmon che stiamo allenando segretamente. Non può mica fare sempre tutto nella foresta di nascosto, no? Comunque, mi dispiace molto. La prossima volta, pensaci due volte prima di far andare la lingua.
-NO!! La palestra no!! Dannata organizzazione…
-già, dannata. Tanto che una volta che ci sei dentro, non la lasci più. E chi vorrebbe, d’altra parte? Dedicati al tuo prossimo compito e vedi di non sbagliare più, piuttosto. Ricordi ancora cosa devi fare o te lo devo scrivere sul taccuino? Contatta Dino. Fermate quei ragazzi. Arrivederci.
E, così com’è arrivato, sparisce nell’ombra. Persona chiude l’armadietto ed esce dalla palestra Regice, che non è più sua.

-Hyper. Hyper, svegliati!
Apro gli occhi. Guardo di riflesso l’orologio: sono solo le 8:00.
-Eddai Absol, è prestissimo! Lasciami dormire.
Lo guardo di sfuggita, ma è chiaro che non ha dormito un’ora. E non è perché i letti dell’hotel sono scomodi, anzi. E comunque, sono due giorni che non dorme, quindi se ha avuto un’illuminazione è meglio che non gli do troppo retta.
-partiamo Hyper. Ce ne andiamo da questo posto. Amsterville. Il treno è oggi pomeriggio.
Non ha smesso un attimo di pensare alle parole di Persona, e il fatto che stesse scherzando non gli ha nemmeno sfiorato la mente. Richiudo gli occhi.

Ci troviamo sul treno Berlinopoli-Amsterville da due ore. Il viaggio è sostanzialmente uguale a quello che abbiamo fatto due giorni fa per Berlinopoli, ma non c’è traccia di uccelli leggendari nel cielo. Siamo tutti più silenziosi del solito. Solo Green Blade ogni tanto salta fuori dicendo:
-ma cosa andiamo a fare ad Amsterville?
-a rilassarci.
Risponde Absol evasivamente. Comunque sia, sembra stia riprendendo la sua aria sbruffona. Potevamo farne a meno, chiaramente, ma iniziamo a tornare alla normalità.
Scendiamo dal treno che sono le 17:10, e senza dire niente seguiamo Absol verso un piccolo edificio dall’aria antica con un Entei come simbolo stampato sulla porta. Probabilmente al piano superiore c’è un motel, ma sotto c’è di sicuro uno dei famosi OddiShop di Amsterville, unica regione nel continente dove è possibile fumare o mangiare estratti di erbe di Oddish (per chi non lo sapesse, le erbe di Oddish sono considerate una sorta di droga con effetti rilassanti). Prima di chiudere la porta alle mie spalle, mi giro per un’occhiata alla città: è davvero stupendo il posto, un fiume attraversa la via principale e costeggia splendide case colorate, dagli inserti in legno pregiato e dai tetti spioventi. Sospiro, entro nel locale.
Non abbiamo parlato molto, ma ho capito che Absol ha bisogno di rilassarsi e dimenticare l’esperienza dell’incontro con Persona… e poi, che diamine, voglio rilassarmi anche io. Ci sediamo a un tavolo piuttosto centrale, e stiamo per aprire i menu quando sentiamo una voce sconosciuta borbottare sommessamente:
-Un pokèmon lotta fuoco. Roba da matti. E chi ci crederebbe.
Non posso fare a meno di girarmi, incuriosito. Il proprietario della voce è un ragazzo sui 25 anni, dai capelli lisci e scuri su un volto piuttosto pallido. Le sue iridi scure annegano in una sclera arrossata, e in mano ha una fetta di torta (forse al cioccolato? Difficile a dirsi, in un posto come questo).
-scusa, hai detto qualcosa?
-tu, ragazzino. Ci crederesti mai che ho trovato un pokèmon quasi certamente di tipo lotta fuoco?
Ci avviciniamo al suo tavolo incuriositi.
-sedetevi, dai. Prendete una torta. È buona. Spacca.
Ci presentiamo (lui si chiama DarkSector), ma per il momento nessuno sembra aver voglia di una torta. Siamo troppo interessati al suo discorso (o sproloquio? Non sembra molto a posto, forse ha mangiato troppa torta di Oddish).
-dovete sapere che io sono un ricercatore di pokèmon piuttosto affermato nella regione. Penso siate al corrente del fatto che ogni anno si scoprono nuovi pokèmon. Ieri sera mi trovavo nella foresta nera, a poche decine di chilometri da qui, e stavo cercando un nuovo pokèmon bruco che pare sia stato avvistato in queste zone.
Nessuno mette in dubbio queste parole, siamo rapiti dal suo sguardo di fuoco. Se sta mentendo, lo sta facendo veramente bene.
-a un certo punto, mi sembra di sentire una voce piuttosto acuta. Faccio pochi passi tra la vegetazione per avvicinarmi alla fonte del suono, e vedo delle fiammelle guizzare tra le foglie. Inizialmente non posso fare a meno di pensare a un Mankey vittima di un brutto incidente, ma quando mi avvicino di più mi accorgo che è un pokèmon mai visto prima. Una scimmia fiammeggiante. Anzi, oserei dire, una scimmia infernale. Penso lo chiamerò Infernape. O meglio, se potessi lo farei.
-e perché non puoi?
-beh. Tiro fuori la macchina fotografica, inquadro il misterioso pokèmon, e in quell’istante sento una voce stridula urlare: “Close Combat!”. L’albero dietro cui mi nascondevo è stato tranciato di netto, come se fosse un grissino. Per un attimo ho scorto una personcina bionda, non so se un ragazzino o un uomo, tuttavia mi sembrava piuttosto piccolo per essere un adulto.
-e poi che hai fatto?
Sono io a rivolgergli questa domanda, e solo dopo averlo fatto mi rendo conto della stupidità della stessa. Troppo tardi.
-SONO SCAPPATO, CAZZO, MA TI PARE? DEVO FARMI TRANCIARE COME QUELL’ALBERO? MICA GIRO CON UN LATIAS IN SQUADRA IO!!!
-ok, ok, scusa… non volevo… dove alloggi tu?
-giusto nel motel qua sopra. Beh, che fate? Non mangiate?
E pensare che eravamo venuti qui per rilassarci! Ci guardiamo a disagio, e capisco che stiamo pensando tutti la stessa cosa. La torta dovrà aspettare ancora un po’.