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Bisclavret ho visto la prima ora. domani lo finisco.
i primi quaranta minuti non parlano per niente di cina, ma sono potenti e terribili, un pugno nello stomaco da vedere, anche se ero già informato di molte delle schifezze che gli stati uniti hanno combinato in giro per il pianeta.
i venti minuti successivi vengono usati per spiegare / "riabilitare" la cina agli occhi occidentali, e ci sono anche interviste interessanti sulla mentalità del popolo cinese. ma mi sembra che il regista ci vada davvero molto delicato con quello che è il regime cinese, che è estremamente oppressivo verso le minoranze ed i dissidenti, mentre la cosa viene liquidata con "eh sì in cina non c'è proprio il massimo della libertà" / "i diritti umani non sono ancora del tutto acquisiti". questo immagino che servirà per fornire il contrasto con gli americani brutti e cattivi nel seguito, ma non è l'ideale dal punto di vista dell'onestà.. -
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La questione dell'effettiva responsabilità dei cinesi riguardo a repressioni e persecuzioni di minoranze e dissidenti è molto complessa. Il problema, come sempre accade in questi casi, è che la percezione che il mondo occidentale ha della Cina è per la quasi totalità derivante da report dei media occidentali, per loro natura quasi mai indipendenti.
Prendi la "persecuzione" degli Uiguri: gli USA ne han fatto un cavallo di battaglia per dimostrare come la Cina sia un regime oppressivo, ma una veloce ricerca su twitter rivela video e testimonianze di attivisti esterni cinesi che dimostrano come invece quel popolo è perfettamente integrato nel "regime" tanto che il melting pot tra l'etnia uigura e cinese è cosa accettata e normale.
Alla fine ciascuno tira acqua al proprio mulino e, sebbene io tenda a simpatizzare per la Cina, so bene che anche loro non sono santi e hanno probabilmente delle responsabilità in qualche misura.
Quello che ho imparato però è di pensarci molte volte prima di bermi tutto quello che mi raccontano, specie se il racconto viene da chi racconta balle puntualmente smascherate dal secondo dopoguerra.. -
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finito di vederlo. terrificante.
ogni tanto occorre un reminder del fatto che l'imperialismo statunitense è qualcosa di disgustoso, dato che è una cosa che si perde facilmente di vista, sommersi dalla propaganda e dal filoamericanismo di questi anni. anche se perlomeno trump non piace quasi a nessuno fuori dagli stati uniti. troppo eccessivo nello sbattere in faccia agli altri la sua merda.
quando eric li ha detto che in america si può cambiare partito ma non si può cambiare politica mentre in cina non si può cambiare partito ma si può cambiare politica è stato molto divertente, ma anche illuminante.
continuo comunque a pensare che il documentario sia stato eccessivamente morbido con la cina, che ne esce quasi esaltata come la vittima innocente. la cina è molte cose, ma non innocente. bisogna stare attenti alle storie scritte dai vincitori, è vero, ma bisogna anche stare attenti a quelle scritte dai secondi classificati.. -
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Recentemente mi sto interessando al tema della fotosintesi artificiale. Da quel che capisco date le mie limitate conoscenze di chimica pare che il collo di bottiglia sia identificare dei catalizzatori efficienti ed economici nel mare di quelli possibili, e la simulazione fisica al computer potrebbe accelerare questo processo.
Edited by Bisclavret - 6/10/2020, 10:12. -
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non si vede il video
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A SGAMA GLI INFAMI
funziona adesso?. -
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need more . -
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metto io
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Davvero interessante, non immaginavo quanto fossero utili quei piccoli figli di puttana
C'è bisogno di rigide norme internazionali per limitarne la pesca ma poi c'è sempre il paese cesso che fa quello che vuole. -
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Documentario sui Tarahumara, un popolo indigeno messicano che vive tutt'oggi in condizioni semiprimitive, isolato dal resto del mondo occidentale. E'un popolo felice che ama correre (i Tarahumara corrono anche 300km in un giorno) e non conosce diabete, cancro e altre malattie. Interessante campanello d'allarme di come la nostra civiltà ha portato non solo enormi miglioramenti nella qualità della vita ma anche sensibili peggioramenti nonchè ci ha reso mediamente meno felici.
Edited by Bisclavret - 17/12/2020, 13:45. -
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che documento fantastico, ho guardato persino i titoli di coda lol. posti del materiale veramente di qualità, bravo.
lo farò vedere anche a scuola.CITAZIONEInteressante campanello d'allarme di come la nostra civiltà ha portato non solo enormi miglioramenti nella qualità della vita ma anche sensibili peggioramenti nonchè ci ha reso mediamente meno felici.
il fatto che tutta questa ricchezza antropologica si stia lentamente perdendo, assorbita dalla globalizzazione, mi fa paura, proprio perché alla nostra civiltà viene a mancare un modello di riferimento per come condurre una vita più sana e felice (almeno per alcune persone; di certo non tutti si metteranno a correre ed a coltivare cereali dopo aver visto goshen), se questa cultura si estingue.
però non è che l'abbiamo voluto noi. nel senso, non lo ha voluto nessuno.
è un processo naturale che ha portato alla quasi estinzione di queste culture, molto simile al meccanismo con cui funziona l'evoluzione. infatti, penso che la teoria dei giochi descriva tanto bene diversi fatti dell'evoluzione, quanto dell'"ecologia umana": naturalmente, tra due popolazioni che competono per le risorse, avrà la meglio quella che sviluppa le armi e la maggiore attitudine alla guerra, e non quella che vive in maniera più salutare e felice; e questo può essere inteso sia in senso letterale, sia in senso metaforico, sostituendo alla guerra il mercato economico. se applichi questa intuizione come una sorta di principio antropico alla nostra storia, vedrai che è naturale che quelli che tra noi sopravvivono oggi sono i discendenti di guerrieri o di schiavi, e che la nostra società è il prodotto principalmente dell'attività di forze economiche, e non una costruzione studiata a tavolino per garantire la nostra felicità.
la via di scampo viene, però, proprio dall'economia: gli uomini si sono fortunatamente resi conto che a valori come la salute, la tradizione ed il bello che c'è al mondo può essere assegnato un cospicuo valore economico. trasformare gli anni di vita in qaly, per esempio, ci permetterebbe (se fossimo una società che crede veramente nella scienza, e non nei fantocci) di seguire politiche economiche sensate in ambito sanitario. e se mio padre capisse concetti elementari di matematica come l'expected value, riuscirebbe a comprendere che il vantaggio economico di tenersi un rottame di stufa a legna di quarant'anni fa in cucina viene facilmente cancellato dall'expected value degli anni di vita persi a causa delle polveri sottili che ci fa inalare.
on an unrelated note daphne miller (la dottoressa che parla di epidemiologia delle malattie croniche nel documentario) ha più di cinquant'anni ma sento come il bisogno impellente di strapparle i vestiti e leccarla ovunque.
cosa doveva essere quella donna trent'anni fa oh-mio-dio.. -
.è un processo naturale che ha portato alla quasi estinzione di queste culture, molto simile al meccanismo con cui funziona l'evoluzione. infatti, penso che la teoria dei giochi descriva tanto bene diversi fatti dell'evoluzione, quanto dell'"ecologia umana": naturalmente, tra due popolazioni che competono per le risorse, avrà la meglio quella che sviluppa le armi e la maggiore attitudine alla guerra, e non quella che vive in maniera più salutare e felice; e questo può essere inteso sia in senso letterale, sia in senso metaforico, sostituendo alla guerra il mercato economico. se applichi questa intuizione come una sorta di principio antropico alla nostra storia, vedrai che è naturale che quelli che tra noi sopravvivono oggi sono i discendenti di guerrieri o di schiavi, e che la nostra società è il prodotto principalmente dell'attività di forze economiche, e non una costruzione studiata a tavolino per garantire la nostra felicità.
Top il riferimento alla teoria dei giochi, l'equilibrio di Nash è razionalmente impietoso e purtroppo fa giungere a conclusioni infelici (giustifica anche la corsa agli armamenti nella guerra fredda per esempio). Esso vale però nell'ipotesi che il "gioco" sia non cooperativo. Se gli uomini collaborassero senza pensare al loro esclusivo tornaconto vivremmo in un mondo migliore ma tant'è.CITAZIONEon an unrelated note daphne miller (la dottoressa che parla di epidemiologia delle malattie croniche nel documentario) ha più di cinquant'anni ma sento come il bisogno impellente di strapparle i vestiti e leccarla ovunque.
cosa doveva essere quella donna trent'anni fa oh-mio-dio.
ahah sì gran milfona ma occhio che poi imo e sharky si lamentano della sessualizzazione del corpo femminile. -
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Roba molto meno ricercata della vostra, ma ne vale comunque la pena.. -
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Documentario sui Tarahumara, un popolo indigeno messicano che vive tutt'oggi in condizioni semiprimitive, isolato dal resto del mondo occidentale. E'un popolo felice che ama correre (i Tarahumara corrono anche 300km in un giorno) e non conosce diabete, cancro e altre malattie. Interessante campanello d'allarme di come la nostra civiltà ha portato non solo enormi miglioramenti nella qualità della vita ma anche sensibili peggioramenti nonchè ci ha reso mediamente meno felici.
Correre 300 km al giorno annulla il rischio di tutte quelle malattie perché muori nel frattempo
Non trollate stronZoni la vera immortalità la dà l’alcol tranne per batteri alcol resistenti in quel caso c’è la benzina. -
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TIL gli asiatici non usano deodoranti perchè puzzano molto meno di noi a causa di una mutazione genetica.